gennaio 22, 2010

'O sole mio, tu non mi basti mai...

Sul tetto di casa mia, dal 2007, ci sono due meravigliosi pannelli solari termodinamici. Diversamente da un televisore ultrasottile di ultima generazione, non possono fare bella mostra di sé in salotto né essere sfoggiati con orgoglio agli amici (ma possono talvolta costituire argomento di piacevole conversazione). La cosa straordinaria, però, è che per oltre sei mesi all’anno dai rubinetti di casa esce acqua calda a volontà, senza che sia stato necessario bruciare neppure un centimetro cubo di gas.

Sono pannelli ad alta efficienza, con collettori sottovuoto e specchi parabolici, riescono a scaldare l’acqua persino quando il cielo è nuvoloso, e anche in inverno danno il loro contributo aiutando la caldaia. La seconda cosa straordinaria è che lo Stato, entro tre anni dall’installazione, mi avrà restituito ben il 55% della spesa sostenuta.


Sin qui tutto bene. Ma allora dov'è il problema?




Negli ultimi due mesi questi pannelli hanno funzionato per non più di dieci giorni complessivamente: non ha fatto altro che piovere, con anche qualche spruzzata di neve (probabilmente ve ne siete accorti).

Era una premessa per far comprendere il limite intrinseco che affligge la maggior parte delle energie rinnovabili, il solare in primis: la
disponibilità.

La disponibilità del sole non è né costante né pianificabile. Quando piove, persino in piena estate, con il solare non riesci a produrre un solo watt di energia. Non a caso si sta pensando di costruire un impianto nel deserto del Sahara (progetto Desertec)
. Speriamo che non faccia la fine della proverbiale bolla di sapone...

Prendo spunto da una recente intervista televisiva fatta da Corrado Augias (puntata del 14 dicembre 2009 di “Le Storie, diario italiano”, chi è interessato può rivedersela sul
sito della trasmissione) a Maurizio Guandalini e Victor Uckmar, il primo, economista, il secondo, avvocato tributarista, autori del libro “Green economy”, per mostrare quanto sia facile inciampare - con la conseguenza di scrivere castronerie - quando si parla di numeri riferiti alle energie rinnovabili. Nel corso dell’intervista, l’attento Augias, cita con giustificata perplessità una frase del libro: “in Italia sono attualmente fermi in attesa di autorizzazione 67 impianti ad energia rinnovabile, per una potenza installata complessiva di 18000 megawatt, corrispondenti a 12 impianti nucleari...”. Visto che le mani tra i capelli non posso mettermele, sono quasi cascato dalla sedia! Mi immagino già la reazione che può scatenare nell’opinione pubblica un dato del genere e il tam tam che si può innescare sui blog e su internet...

Cerchiamo di capire. Supponiamo (anche se sono propenso a pensare che agli autori sia sfuggito uno zero di troppo) che la potenza installata sia effettivamente 18000 megawatt come riportato nel libro, pari quindi ad oltre un terzo (!!) della potenza elettrica complessiva che l’Italia assorbe nelle ore di punta. L’errore è alquanto subdolo e consiste nel considerare la potenza anziché l’energia (qualcuno direbbe che non bisogna perdere tempo sui dettagli...). Per potenza installata si intende quella nominale che l’impianto può erogare in condizioni ottimali; purtroppo un impianto solare riesce ad erogarla per poche ore all’anno. Una centrale elettrica - nucleare o tradizionale che sia - può erogare quella potenza con continuità: per 24 ore al giorno, tutti i giorni.


Quello che conta, in sostanza, non è la potenza ma l’energia che si produce. La maggior parte delle discussioni che si sentono sulle energie rinnovabili - nell’ipotesi fortunata che siano basate su numeri – purtroppo sono affette da questo errore di fondo. Ahi noi, quando si parla di energia prodotta con fonti rinnovabili, i numeri sono impietosi...


Anche nel Sahara, la potenza teorica proveniente dal sole arriva sulla superficie terrestre solo per una frazione delle 24 ore, infatti, anche in assenza di nuvole, occorre considerare la variazione dell'angolo di incidenza dovuta alla rotazione terrestre. Chi fosse curioso e volesse sapere la potenza che in questo momento arriva dal sole dalle parti di chi vi scrive (Genova), può guardare
qui.

Per i più curiosi:
qui potete scoprire la quantità di energia ottenibile dal sole per ogni località in Italia. Essendo uno strumento serio, tiene naturalmente conto della media storica della copertura nuvolosa nella località prescelta.


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