ottobre 26, 2010

Saluto a Mandelbrot

Lo scorso 14 ottobre Benoît Mandelbrot ci ha lasciato, ne sono venuto a conoscenza con diversi giorni di ritardo, su segnalazione di un amico. E’ assai triste constatare che la scomparsa di uno dei grandi matematici del secolo sia stata totalmente trascurata dai media. Ogni commento è superfluo.

Mandelbrot è diventato famoso al grande pubblico per aver inventato il concetto di “frattale”, un termine che lui stesso coniò nel 1975 per indicare una geometria che ricorsivamente ripete se stessa su scala differente o, detta in altri termini, in cui una parte è – su scala ridotta - uguale al tutto (si pensi alla foglia di una felce o ad un cavolfiore).

maggio 16, 2010

Perché la Fisica non me l’hanno mai insegnata così?

Non ho idea di quale sia stata la vostra esperienza scolastica, ma, se è stata come la mia, sentir pronunciare la parola fisica (o la parola matematica!) probabilmente vi rimanda a noiosissime sfilze di numeri e simboli, talvolta di significato oscuro, che a scuola affollavano la lavagna e a paginate di aridi esercizi sui quali ero costretto a trascorrere molti pomeriggi della mia adolescenza.


Allora Internet era metafisica, nel senso stretto del termine, cioè al di là di ogni esperienza diretta: semplicemente non esisteva ancora! Sarebbero passati molti anni prima che al CERN inventassero le pagine web ma, soprattutto, prima che mi rendessi conto non solo del fascino ma anche della straordinaria potenza sia della fisica che della matematica.


Pochi giorni fa, in Rete, ho trovato il filmato che vi propongo in questo post, in cui viene descritto in tutto il suo misterioso fascino il famoso esperimento del passaggio dell’elettrone attraverso uno schermo con due fenditure. Ai non addetti ai lavori questo esperimento potrà sembrare una delle tante astruse, nonché incomprensibili, elucubrazioni mentali di gente che non sa come passare altrimenti le giornate, ma si tratta invece di un esperimento i cui risultati hanno sconcertato (e tuttora sconcertano!) chiunque ne venga a conoscenza, e soprattutto che hanno scardinato la conoscenza della natura, spalancando le porte a nuovi interrogativi e ad un mondo ancora oggi in gran parte ignoto e da esplorare.


febbraio 23, 2010

La più grande passione...



Questo post è dedicato a quella che è stata la più intensa passione della mia gioventù, ciò che mi ha regalato emozioni così forti che, ancora oggi, fanno riecheggiare dentro di me sensazioni difficilmente descrivibili quando chiudo gli occhi e penso a quegli istanti in cui il vento soffiava impetuoso, l’adrenalina entrava in circolo e il mio F2 Sunset Slalom, con il sibilo della sua pinna, accelerava veloce sull’acqua, rispondendo con dolci o violente curve alla semplice pressione dei miei piedi...

Il windsurf era per me sensazione di pura libertà: la libertà di tracciare sull’acqua i percorsi che la mia mente immaginava e di farmi trascinare dal vento all’inseguimento dell’orizzonte, toccando solo la linea che separa il mare dal cielo. Ma il windsurf era anche sapore di salsedine, contrasti di colori, sensazioni violente e intima sfida, con le onde ed il vento, ma soprattutto con me stesso, per alzare tutte le volte l’asticella del mio limite.


Tutto questo era condiviso con pochi ma intimi amici che queste emozioni avevano avuto la fortuna di provarle, quelli come te così pazzi da interrompere il pranzo per uscire di corsa sul terrazzo 
con il binocolo a scrutare l’orizzonte alla ricerca del vento, o che prendevano una bici ridotta quasi a rottame per pedalare con il cuore in gola sino alla Baia dei Saraceni con la speranza di vedere urlare e biancheggiare il mare... Marco, uno di questi amici, ha conservato ancora oggi intatta la sua passione per il windsurf, dedicando interamente ad essa il suo blog, da cui ho tratto questo filmato (grazie Marco!).

Godetevi queste spettacolari riprese, ricche di colori, i meravigliosi colori del mare, respirate intensamente l’odore di salsedine sentendo il fragore cupo dell’onda che avanza frangendo maestosa dietro di voi, e immaginate di avere il vento tra le mani e condurre voi il gioco tra le onde con la semplice pressione dei vostri piedi...


Luke is back?
Aloha!


PS Il filmato è in HD, godetevelo a dimensione reale!

febbraio 18, 2010

L’arma di ultima generazione contro i tumori

Quella della foto non è la sala controllo di una missione spaziale, né una sala trading di qualche banca piena di terminali Bloomberg, ma è la sala controllo di un centro italiano per la cura dei tumori. Di centri di questo tipo, sino a pochi giorni fa, al mondo ne esistevano solo tre, due in Giappone ed uno in Germania (quest'ultimo ancora in fase sperimentale), ma lo scorso 15 febbraio a Pavia è stato inaugurato il CNAO, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (nella foto), il primo centro in Italia per la cura dei tumori mediante adroterapia. Purtroppo la notizia è stata relegata in fondo ai telegiornali, se non addirittura ignorata - guai a rubare spazio al festival di Sanremo.

febbraio 06, 2010

Giocati dal caso


E’ vero che sono i più capaci ad avere successo nella vita? La risposta a questa domanda la troverete nelle prossime righe.

Capita raramente che la lettura di un saggio produca la goduria intellettuale che ho provato nel leggere il libro di Nassim Taleb, Fooled by randomness (uscito nell'edizione italiana con il titolo "Giocati dal caso"). Questo libro parla della Fortuna, o meglio, del ruolo che il Caso gioca nella nostra vita. Ma parla anche di quella fortuna che, non essendo percepita come tale, viene scambiata per abilità: una confusione presente nei campi più disparati: dalla scienza alla politica, dalla letteratura alla finanza.

Giocati dal caso è un volume che in libreria di solito finisce nello scaffale insieme ai libri di investimenti e finanza, ma in realtà è qualcosa di diverso; mi piace definirlo un manuale per pensare. In un piacevole viaggio che tocca filosofia, epistemologia, statistica ed evoluzionismo, Nassim Taleb,  sullo sfondo della sua esperienza di trader a Wall Street, ci mostra le conseguenze che possono nascere dal confondere la fortuna per abilità: sono numerosi gli idioti fortunati e gli scemi strapagati che si sono semplicemente trovati nel posto giusto al momento giusto. Individui del genere purtroppo attraggono schiere di seguaci devoti che credono ciecamente in quello che loro – talvolta in buona fede – spacciano per Metodo.

La lettura di Giocati dal caso esplora quelle deformazioni cognitive del nostro cervello che ci portano alla ricerca continua di nessi di causalità anche là dove si tratta di pura casualità, tendenze inveterate (frutto dell’evoluzione avvenuta per la maggior parte in un ambiente molto più lineare di quello in cui viviamo oggi) di cui non riusciamo a liberarci, e che conducono ad equivoci di cui il libro ci mostra le conseguenze, talvolta drammatiche, mentre fa cadere come birilli i nostri pregiudizi sull’idea di successo e di sconfitta.

Scriveva Seneca: “La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l'occasione”. Al giorno d'oggi purtroppo, senza fortuna, l’occasione potrebbe non arrivare mai.
Buona fortuna.

gennaio 27, 2010

Per non dimenticare




"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare."
Bertold Brecht

gennaio 22, 2010

'O sole mio, tu non mi basti mai...

Sul tetto di casa mia, dal 2007, ci sono due meravigliosi pannelli solari termodinamici. Diversamente da un televisore ultrasottile di ultima generazione, non possono fare bella mostra di sé in salotto né essere sfoggiati con orgoglio agli amici (ma possono talvolta costituire argomento di piacevole conversazione). La cosa straordinaria, però, è che per oltre sei mesi all’anno dai rubinetti di casa esce acqua calda a volontà, senza che sia stato necessario bruciare neppure un centimetro cubo di gas.

Sono pannelli ad alta efficienza, con collettori sottovuoto e specchi parabolici, riescono a scaldare l’acqua persino quando il cielo è nuvoloso, e anche in inverno danno il loro contributo aiutando la caldaia. La seconda cosa straordinaria è che lo Stato, entro tre anni dall’installazione, mi avrà restituito ben il 55% della spesa sostenuta.


Sin qui tutto bene. Ma allora dov'è il problema?