febbraio 18, 2010

L’arma di ultima generazione contro i tumori

Quella della foto non è la sala controllo di una missione spaziale, né una sala trading di qualche banca piena di terminali Bloomberg, ma è la sala controllo di un centro italiano per la cura dei tumori. Di centri di questo tipo, sino a pochi giorni fa, al mondo ne esistevano solo tre, due in Giappone ed uno in Germania (quest'ultimo ancora in fase sperimentale), ma lo scorso 15 febbraio a Pavia è stato inaugurato il CNAO, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (nella foto), il primo centro in Italia per la cura dei tumori mediante adroterapia. Purtroppo la notizia è stata relegata in fondo ai telegiornali, se non addirittura ignorata - guai a rubare spazio al festival di Sanremo.


L’adroterapia è la moderna tecnica di radioterapia oncologica che, per “bombardare” i tumori, utilizza fasci di adroni, cioè particelle non elementari fatte di quark: i protoni e i neutroni sono gli adroni più noti.

Perché utilizzare gli adroni? Perché possiedono caratteristiche molto particolari che consentono loro di distruggere le cellule tumorali con precisione millimetrica, risparmiando i tessuti sani circostanti. Ciò risulta invece impossibile con le radiazioni convenzionali (elettroni e raggi X) che, non solo sono intrinsecamente meno precise, ma danneggiano anche i tessuti attraversati prima di arrivare alle cellule bersaglio.

L’adroterapia è quindi adatta al trattamento dei tumori che sono prossimi a organi critici, difficili da raggiungere chirurgicamente (ad esempio al cervello o al midollo) o che siano resistenti alla radioterapia tradizionale.

Perché allora questa tecnica è ancora così poco diffusa? Il motivo è il costo. L’utilizzo di adroni per uso terapeutico è possibile solo mediante costosissimi acceleratori di particelle in grado di accelerarli a velocità prossime a quelle della luce e soprattutto capaci di tenere il fascio perfettamente collimato mediante complessi sistemi magnetici. Contrariamente alla radioterapia convenzionale, l’adroterapia ha quindi bisogno di macchinari estremamente complessi che in aggiunta richiedono un lunghissimo e accurato processo di taratura per poter “sparare” con precisione le particelle contro i pazienti.

Per avere un ordine di grandezza, il cuore del CNAO è costituito da un sincrotrone (un particolare tipo di acceleratore di particelle) di 25 metri di diametro e di 500 tonnellate di peso, costato 125 milioni di euro.

Per quanto riguarda l’operatività di questo centro, un primo gruppo di pazienti parteciperanno alla fase sperimentale che durerà 18 mesi e sarà trattato già nella primavera 2010.  Il CNAO entrerà gradualmente a pieno regime entro il 2013, arrivando a trattare tremila pazienti ogni anno.

Nessun commento:

Posta un commento